domenica 9 giugno 2013

IL SOGNO



C'è qualcosa che non va, anzi più di una cosa.
Il racconto di Sam non mi convince, quello che mi raccontano i miei genitori non mi convince, non so di chi fidarmi, il mio nuovo amicoè l'unico che mi ha permesso di mettere il naso fuori da questa casa.
I miei non lo sanno ma, da quando l'ho conosciuto esco tutte le sere a loro insaputa, presto però scopriranno quello che faccio, non amo mentire, specialmente a Costel, lui è sempre molto buono con me, cerca sempre di aiutarmi in tutto, specialmente a prepararmi agli esami, essendo anche lui un insegnante universitario spesso mi da dei consigli, faccio fatica a tenergli nascosto quanto faccio, ma se Zanovia lo venisse a sapere mi farebbe fuori. Spesso discutono per colpa mia, lei mi tiene al guinzaglio, segue ogni mia mossa, so che entra anche nella mia stanza, probabilmente cerca anche nei miei cassetti.
Di lei non mi fido neanche un po', poi, dopo i miei ultimi sogni, ancor meno.
Non posso fermarmi ora però, ci sono troppe incongruenze, devo andare avanti e scoprire cosa è successo alla mia vera famiglia.
Sono due notti che ho gli incubi ed un terribile mal di testa, sogno sempre la stessa cosa …
C'è una donna, una donna dai capelli lunghi e rossi che corre in un bosco, una donna con un lungo abito nero, sembra l'abito di una suora, anzi, è l'abito di una suora, ha un crocefisso appeso alla cintura, è giovane, e tiene in braccio due bambini, uno dei due è un neonato non so dirvi se siano due bambine o un bambino e una bambina, ma ho la certezza che uno di loro è femmina …
Poi sento una voce terrificante che urla: “Li troverò e il mondo sarà mio”.
Poi, compare Zenovia che mi da uno schiaffo, in quel preciso momento mi sveglio, tutte le volte.
Tra qualche giorno sarà il mio compleanno, lei dice che mi devo preparare perché inviterà tutta la sua famiglia a casa, per dare una festa in mio onore, per i miei diciotto anni.
Bella festa in mezzo a persone che non conosco!
Sto continuando ad andare alla scuola di Sam, lì sto imparando molte cose su come affrontare demoni, vampiri, creature e il nonno ci sta anche allenando.
Questo signore è molto bizzarro, vuole allenare anche me, insieme a suo nipote, ma si è sorpreso nel vedere che io sembro già allenata da anni, mi ha tempestata di domande, e gli ho spiegato e rispiegato che io non mi sono mai allenata in vita mia, il mio amico dice che forse l'ho fatto durante i miei otto anni di vita ma che, avendo perso la memoria, ovviamente non lo ricordo.
Prima non era un mio pensiero, ma ora sta diventando un'ossessione, voglio assolutamente sapere cosa è accaduto in quegli anni, di cosa è morto mio nonno, dove sono i miei genitori, come sono morti …
I racconti di Zenovia o di Costel non mi bastano, devo inventarmi qualcosa … Quel tipo strano, quello che mi ha salvato la vita con quel demone, forse lui potrebbe aiutarmi, domani notte esco e cerco di trovarlo, mi è sembrato sveglio.
Devo trovare una persona che mi aiuti a capire, senza dirmi bugie, con tutto il rispetto per tuo nonno Sam, se stai leggendo, io non mi fido, devo trovare le mie risposte da sola.


mercoledì 5 giugno 2013

IL NONNO DI SAM

5 Giugno 2013 hr 7,30 am.

Il nuovo mondo, ora lo chiamano così il nostro pianeta.
Le parti si sono invertite ... Quello che non credevamo fosse possibile, ora è reale.
Strane creature sono salite dall'inferno ed hanno preso possesso del nostro pianeta, ora, gli ultimi uomini rimasti si nascondono sotto terra e i mostri camminano tranquilli in una terra che non è la loro.
Tutto per uno sbaglio, tutto perché un uomo aveva perso la fede ...
Ora devi stare molto attento quando cammini per strada, perché ciò che i tuoi occhi vedono non è esattamente la realtà. Dietro una vecchietta che ti chiede di attraversare la strada, potrebbe celarsi un demone pericoloso che ti strappa la vita.
Questo ho imparato ieri.

Il mio professore, Daniel Rossi, mi sta aspettando in salotto, i miei, come tutti i giorni, sono già usciti, quindi in casa ci siamo solo io e questo uomo che non conosco per niente.
Sono salita lentamente, e, dopo quello che ho visto ieri, con me ho portato una croce e un coltello, lo vedo seduto su una sedia che sfoglia dei libri, mentre Pelo beve un po' di latte.
“Salve”.
Mi dice alzandosi.
E' molto giovane, ha i capelli ricci e biondi, una corporatura snella ma muscolosa e gli occhi verdi, il suo sguardo sembra buono, ma non mi fido comunque.
“Salve, lei è il nuovo insegnante?”.
Dico lasciandomi alle spalle la scala e avvicinandomi verso il nostro tavolo di quarzo nero.
Pelo smette di bere il latte e mi viene a fare le fusa, stropicciandosi sulla mia gamba, mi chino e lo accarezzo.
“Si, i tuoi mi hanno mandato via posta le chiavi di casa, ma non li ho visti questa mattina”.
Mi risponde lui invitandomi a sedere.
“Mio padre è sempre molto prudente, non capisco come possa averle mandato le chiavi di casa via posta e non farsi vedere … “.
Rispondo io sgarbata avvicinandomi alla macchina del gas.
“Sono il figlio di un suo amico”.
Mi risponde lui.
“Ha fatto colazione ? Lo vuole un po' di caffè?”.
Domando io prendendo il barattolo del caffè che è sul mobile.
“Va bene, grazie … Sara”.
Risponde lui aprendo un libro.
“Ho saputo che stai per compiere diciotto anni”.
Mi dice sfogliando un libro di storia.
“Si, ma sono al secondo anno di università, esco solo per dare gli esami”.
Gli rispondo versando il caffè nelle tazzine.
“Sei molto intelligente, tuo padre mi ha parlato bene di te.”.
Mi risponde lui.
Io mi avvicino gli porgo la tazzina di caffè e il dosatore di zucchero.
“Grazie”.
Mi dice.
Io mi siedo e vedo almeno tre libri di storia Romana, dovrei dare un esame a riguardo.
Dopo aver bevuto il caffè lui inizia a spiegarmi e a parlarmi, ma io lo ascolto poco, anche se sono brava a fingere, la mia testa è altrove, non vedo l'ora di vedermi con Sam per fare più chiarezza.
Finite le ore di massacro congedo il mio professore.
“Ci vediamo dopodomani”.
Mi dice lui raccogliendo i libri.
“Si, studio ciò che mi ha detto”.
Rispondo io da brava studentessa.
L'uomo afferra il telecomando e apre l'uscita.
“Ragazzina, non metterti nei guai”.
Mi dice uscendo ed azionando nuovamente la chiusura.
“E come potrei? Sono prigioniera qui! “.
Esclamo io, bugiarda.
I miei si portano sempre dietro il telecomando, io non ne ho una copia, ma questo professore ne ha una sua … Devo chiedere spiegazioni a mio padre.
Finito di mangiare mi sono vestita e ho percorso le cloache come il primo giorno ed ho aspettato Sam vicino al pozzo.
E' arrivato con mezz'ora di ritardo.
“Scusa Sara”.
Mi dice saltando dall'altra parte del cancello.
“Figurati … Andiamo da tuo nonno?”.
Domando io mentre gli stringo la mano.
“Si, dai, andiamo”.
Dice afferrando il mio zainetto.
Scavalchiamo entrambi il cancello e saliamo sul suo scooter.
“Mio nonno non vive distante da qui”.
Mi dice partendo.
“Sta cominciando a piovere”.
Esclamo io stringendomi a lui.
Dopo dieci minuti sotto la pioggia ed in mezzo ad una Roma distrutta, arriviamo in un vecchio campo di calcio, Sam parcheggia il motorino, prende lo zaino, mi afferra la mano , con aria attenta osserva che non ci sia nessuno, tira fuori un telecomando e pigia un tasto, improvvisamente si apre un buco nell'erba dove compaiono delle scale.
“Seguimi”.
Mi dice.
Io ubbidisco senza fiatare, sopra di me il buco si chiude e si accendono tanti faretti che illuminano la scala, arriviamo in una piccola stanza , il pavimento è marrone scuro e le pareti sono di marmo, fa freddo, lui se ne accorge e mi tira la sua giacca, davanti a noi c'è un portone antico, sembra fatto di ottone, almeno è quello che sembra ai miei occhi, ai suoi lati ci sono delle colonne stile Ionico fatte di un marmo marroncino chiaro, accanto alla colonna c'è come un interruttore, Sam pigia il pulsante e da sopra l'interruttore c'è una sorta di altoparlante dal quale esce una voce che chiede al mio amico una parola magica.
“Gerico”.
Dice lui, dopo qualche minuto la porta si apre.
Ci viene a prendere una ragazza, avrà la mia età , bionda, occhi verdi e capelli a caschetto.
“Ciao Sam”.
Saluta lei guardandomi.
“Ciao Agnese, mio nonno ci sta aspettando”.
Risponde lui afferrando la mia mano.
“Tu devi essere Sara, la nuova recluta di Sam”.
Mi dice lei guardandomi.
“Sono Sara, che recluta?”.
Domando io guardando il mio amico.
“Tuo nonno sta facendo ancora lezione, mi ha fatto uscire dall'aula per ricevervi, vado, ci vediamo dopo”.
Aggiunge lei correndo via.
Davanti a me c'è un lungo corridoio, alla fine del quale vi è un grande quadro che espone un dipinto di Giovanna D'Arco, sotto il dipinto c'è un mobile basso con alcuni libri sopra e difronte a quest'ultimo c'è un bancone, dove vi è una strana donna che legge il giornale.
“Vieni”.
Mi dice Sam tirandomi dalla manica del mio maglioncino rosso.
Lungo il corridoio, mentre cammino, noto tante colonne uguali a quelle vicino la porta e poi tante porte.
“Salve Giulia, posso far fare un giro della scuola alla mia amica?”.
Domanda lui alla strana signora.
La donna, sulla quarantina, capelli castano chiaro ed occhi color nocciola, si solleva dalla sedia, fa il giro del bancone e mi porge la mano.
“Piacere sono Giulia Coni, guardiana della scuola”.
Io gliela stringo, ma succede qualcosa, tanto che la donna molla subito la presa, sembra spaventata.
“Hai portato un vampiro da noi? Tuo nonno lo sa?”.
Domanda lei sconvolta.
“Io non sono un vampiro!”.
Esclamo io agitata.
La donna fa nuovamente il giro del bancone e tira fuori un crocifisso, ritorna da me e mi chiede di afferrarlo, è d'argento.
Io senza far problemi lo afferro, non accade nulla.
“Se non sei un vampiro, allora cos'è l'energia che emani?”.
Mi chiede.
“Io non so di cosa lei stia parlando signora Giulia, io sono umana … “.
Rispondo io infastidita.
“Giulia, lei è a posto, posso farle fare un giro?”.
Domanda ancora lui.
“Ok, andate … “.
Risponde lei riaccomodandosi sulla sedia e riprendendo il giornale.
“Questa è una scuola Sara, ce ne sono altre così sia qui a Roma sia in altri stati … “.
Mi dice Sam afferrandomi nuovamente la mano.
“Esistono ancora le scuole? Cioè io gli esami li faccio sempre in scuole tipo questa, ma sono vuote, ci sono solo gli insegnanti e mio padre dice che gli studenti, ormai fanno come me … “.
Rispondo io.
Io ho sempre studiato in casa e dato gli esami in bunker come quello dove viviamo, in cui, però vi è solo una stanza dove dare l'esame e basta …
Non pensavo che vi fossero proprio delle scuole.
“Tuo padre ti nasconde molte cose”.
Mi risponde lui facendomi salire delle scale … Scopro che quella è anche una casa, la casa dove vive Sam con la sua famiglia, ossia, suo nonno.
E' una casa calda quella di Sam, al contrario della mia. La mia è molto moderna e padroneggiano i colori bianco e nero, Zenovia è fissata con l'arte moderna, mentre nella casa del mio amico padroneggia il legno e il marmo.
Mi fa accomodare sul divano e mi prepara un cappuccino, poco dopo entra un uomo sulla sessantina, alto, brizzolato, affascinante, indossa una camicia azzurra e dei pantaloni blu, le sue scarpe sono sportive e in mano ha una ventiquattro ore in cuoio, chiude la porta, posa la borsa su un tavolino in legno grezzo si toglie gli occhiali e dice :
“Buon pomeriggio signorina, Sam è questa la tua amica?”.
“Si nonno”.
Risponde lui mettendo tre tovagliette sul tavolo.
“Piacere signore”.
Dico sollevandomi e stringendogli la mano.
Ha una presa molto forte.
“Accomodiamoci”.
Mi dice sedendosi su una sedia accanto al tavolo.
Mi siedo anche io e il mio amico ci da le tazze con il cappuccino.
“Dunque raccontaci un po' di te ragazzina”.
Mi dice il nonno.
“Mi chiamo Sara, ma di me ho poco da raccontare signore, non ho idea di dove io sia nata, dei primi otto anni della mia vita non ricordo nulla, mi hanno trovata dei poliziotti in Romania, distesa accanto al cadavere di mio nonno, sono stata portata in uno orfanotrofio e poi adottata da Zenovia e
Costel”.
Rispondo io sorseggiando un po' di cappuccino.
“Quindi con buone probabilità sei nata in Romania?”.
Continua lui.
“Non credo, mio nonno, di cui non ricordo assolutamente niente, credo fosse di Roma e lo dico perché spesso mia madre e mio padre discutono per la decisione di venire qui … Trasferirsi qui”.
Rispondo io.
“Cioè? Spiegati meglio”.
Mi dice Sam.
“Dicono che è tutto partito da qui e che per colpa di mio nonno io mi trovo in questa situazione e che esserci trasferiti qui, da dove iniziato tutto, è pericoloso, ma non ho idea di che cosa significhi”.
Rispondo io mangiando uno dei biscotti che Sam aveva messo sul tavolo.
“Cara ragazza, tu mi ricordi una mia cara amica …Mio nipote mi ha spiegato che non sai cosa succede là fuori”.
Mi dice pulendosi la blocca con un tovagliolo.
“No, non proprio, io esco solo o per dare gli esami oppure per cambiare città”.
Rispondo io.
“Accomodiamoci sul divano”.
Mi dice sollevandosi dalla sedia, il mio amico raccoglie le cose dal tavolo e le mette dentro il lavandino, poi si siede sul divano accanto a me.
“Dunque, cara ragazza … Dio esiste … Gesù Cristo è esistito, ed era stato mandato per salvare gli uomini che Satana aveva reso schiavi, ma gli uomini stessi lo hanno condannato, penso che tu abbia letto la Bibbia e conosca la storia ...”.
Mi dice accendendosi la pipa.
“Si …”.
Rispondo io strofinandomi le mani sulle ginocchia.
“Dieci anni fa, un uomo ha perso la moglie a causa di una malattia sconosciuta al genere umano e ha totalmente perso la fiducia in Dio, pensando che fosse colpa di Dio se la donna era morta, così, essendo un archeologo e un appassionato di misteri ha iniziato a fare delle ricerche, quest'uomo lavorava dentro il vaticano, era un fedele servitore di Benedetto XVI e quindi aveva accesso a tutte le stanze della Basilica eccetto una stanza nelle cantine, era proibito entrarvi … La Chiesa stava nascondendo qualcosa, forse era la prova che Dio non esisteva e quella prova lui la doveva dare al mondo … Dopo anni di studio, una notte, scende nelle cantine e con un soporifero fa addormentare le tre guardie che custodiscono la stanza, ruba le chiavi e vi entra … Una stanza circolare, le cui pareti sono piene di scaffali e libri, e al centro vi è una spada ed una macchia di sangue che sembra essersi solidificato. In uno degli scaffali nota un libro dal titolo “La Bibbia profana” … Si siede a terra ed inizia a leggerlo … Scopre che Dio e Gesù sono un'antica invenzione di un uomo che voleva prendere il potere sulla terra, un certo Pietro, che poi fecero Santo, un impostore … Te la sto facendo breve, una questione politica , una questione governativa , accordi presi con lo stato per incassare soldi dei poveri ipotetici Cristiani. Così l'uomo prese la Bibbia profana e la infilò dentro la sua sacca … Una guardia improvvisamente riprende, conoscenza e lo assale all'interno della stanza, l'uomo afferra la spada che era infilata nel suolo e la estrae , uccidendo la guardia, dettato dalla rabbia.
Corse via da quel posto, ma presto la polizia, il Vaticano e lo stato lo avrebbero trovato … Mandò il libro ad un giornalista il quale pubblicò la storia. Così ci sono stati i primi attentati contro la Chiesa e i Cristiani, così ci sono state le prime battaglie e poi la guerra, e mentre gli uomini si facevano la guerra per dimostrare cosa fosse vero, in quella stanza, mentre il Vaticano stava andando a fuoco, stava accadendo qualcosa, si è aperta una voragine, dalla quale sono venute fuori delle strane creature … Altre si sono risvegliate, altre che erano sempre state con noi sono venute allo scoperto … E in pochi mesi il mondo è diventato il loro.
Gli Inghețată sono vampiri molto cattivi che uccidono gli umani per nutrirsi o per portare a Satana il loro sangue.
Gli Noapte sono vampiri buoni, pacifici che non si nutrono di noi, ma che cercano una cura per poter tornare umani.
Gli Ascuțit sono lupi anche tra loro ce ne sono di buoni e di cattivi.
Poi ci sono i demoni, Sam mi ha spiegato che ne hai incontrato uno … Da loro diffida sempre, e fai molta attenzione perché loro molto bravi ad ingannarci … Sembrano perfetti umani.
I preti vengono bruciati come si faceva un tempo per le streghe … “.
Io lo interrompo starnutendo.
“Quindi ora Satana regna sulla terra?”.
Domando.
“Non esattamente … Satana può salire sulla terra solo se il figlio di Dio viene sotterrato”.
Mi risponde ed io non continuo a capirci niente.
“Ma il figlio di Dio … Non esiste”.
Rispondo io scettica.
“Dovresti sapere che in alcuni vangeli si parlava del figlio di Cristo e dei suoi predecessori … “.
Mi dice lui.
“Si, ma se era tutta una farsa della Chiesa, anche il resto … Sono cazzate, non credo che il fatto che ci siamo strane creature sulla terra dimostri che c'è anche Dio, altrimenti sarebbe venuto lui a salvarci tutti no?”.
Domando io alzandomi.
“No, perché non lo meritiamo … Per oggi basta così”.
Mi dice lui.
“Come faccio a riconoscere i buoni dai cattivi?”.
Domando io.
“I vampiri è facile riconoscerli, nel toccarli sono gelidi … Riconoscere quelli buoni da quelli cattivi è altrettanto facile … Se è uno cattivo dopo due secondi che lo incontri sei morto, altrimenti continui a vivere … I lupi li riconosci perché, rispetto a noi hanno le pupille molto piccole, quasi invisibili, quindi ti basterà guardargli gli occhi … Devi stare attenta ai demoni, e qui non posso darti consigli, sono molto bravi nell'assomigliarci … “.
Mi risponde lui posando la pipa sul tavolino.
“Si è fatto tardi Sam, io devo tornare, anche se ho molte domande da fare … Come ad esempio … Perché i ragazzi possono frequentare scuole come questa ed io no?”.
Domandai riprendendo lo zainetto.
“Perché i tuoi genitori o sono eccessivamente protettivi oppure non si fidano di te … “.
Mi rispose l'uomo.
“Come fa a sapere tutte queste cose? E il suo nome ?”.
Domando, non si era presentato.
“Il mio nome è Tommaso e so tutte queste cose perché l'uomo che ha causato tutto questo sono io”
Mi risponde inarcando le sopracciglia , improvvisamente i suoi occhi grigi si riempiono di lacrime.
“Vedrà ci sarà un modo per sistemare tutto”.
Dico io abbracciandolo.
“Ti accompagno a casa”.
Mi dice Sam.
Mentre risaliamo in superficie chiedo al mio amico dove siano i suoi genitori.
“Nonno lo conosco da pochi mesi, non sapevo nemmeno della sua esistenza, mi ha trovato lui, dei miei genitori so solo quello che nonno dice , che mio padre e mia madre si sono separati quando ero piccolo, avevo circa due anni. Mamma se ne è andata di casa e poco dopo mio padre è scomparso, e io sono cresciuto con una sorella di mia madre, fino a sei mesi fa quando è scoppiato il caos e mio nonno non mi ha trovato”.
“Tua zia che fine ha fatto?”.
Domando io, lui abbassa lo sguardo.
“Scusa mi dispiace … “.
Rispondo io, capendo che la donna probabilmente è passata a miglior vita.
“Tuo nonno è ancora ricercato?”.
Domando ancora, mentre siamo in superficie.
“No, non lo è da un bel po' … Ormai lui è un fatto secondario …”.
Mi risponde, poi saliamo sul motorino e torniamo a casa, prima di andarsene mi ha consegnato un telefono, dal quale posso comunicare con lui in caso di necessità.
Sicuramente ci rivediamo presto.
Per fortuna i miei genitori non sono tornati ancora, ma devo stare più attenta … E in ogni caso prima o poi dovrò dirgli quello che combino, sopratutto a Costel.

Alla prossima …
Vostra Sara






martedì 4 giugno 2013

SAMUEL : CONTATTO CON IL MONDO

Martedì 4 Giugno 2013 Hr 8.30 am



Amici del web, ieri notte ho infranto tutte le regole che mi ha imposto Costel.

Finalmente ho avuto la possibilità di incontrare una persona come me e non solo, ma vi devo raccontare tutto dall'inizio.



Siamo arrivati a casa, una casa nel bel mezzo del nulla, scavata nella terra. Vi metto in allegato una foto, giusto per farvi capire … Una volta entrati, una grande lastra indistruttibile di metallo misto ad acciaio con qualche altra lega di cui non ricordo il nome, si chiude e ci protegge dagli avvenimenti esterni. Così mi sono trovata ancora una volta sotto terra, dopo pochissime ore di volo e di viaggio in macchina. Costel e Zenovia hanno ottenuto il permesso per venire in Italia, sì, perché, a quanto mi hanno raccontato, ora è quasi impossibile lasciare il proprio paese, ma, visto che loro girano per lavoro, hanno questo permesso da anni.

“Posso andare in camera?”.

Ho domandato a mia madre mentre afferravo le mie due valigie.

“Sì, Sara, ma scendi subito perché ora preparo la cena”.

Mi ha risposto lei scendendo le scale.

“Domani inizi  lezione  con il tuo nuovo professore, me lo ha consigliato un caro amico, ti troverai bene con lui”.

Mi ha detto Costel mentre controllava il resto della casa.

Apparentemente la casa sembra molto grande, invece è giusta per tre persone, ho trovato subito la mia stanza, ho iniziato a disfare le valige e in meno di mezz'ora sono andata sopra, in sala da pranzo...

Zenovia, da quando la conosco, non ha mai mangiato con noi, si chiude sempre nel suo studio e lascia me e Costel soli.

“Certo ogni tanto potrebbe anche farci compagnia!”.

Dico io a mio padre.

“Sara, lo sai che Zenovia è occupata per via del suo lavoro da giornalista, domani sarà una giornata pesante”.

Mi risponde lui mentre con un telecomando tra le mani chiude la botola in cui ci troviamo e per l'ultima volta io vedo la luce del sole.

“Tu sei occupato con il lavoro di professore, ma mangi con me … “.

Aggiungo io ribellandomi un po' al comportamento della donna.

“Sara, come ti dico sempre, non siamo tutti uguali”.

Aggiunge lui iniziando a cucinare.

Io cerco di trovare il cassetto delle stoviglie e quello delle tovaglie e lo aiuto ad apparecchiare.

Le nostre cene sono sempre silenziose e la maggior parte dei pranzi sono sola, io e Pelo.

Finito, mi sono alzata ed ho lavato i piatti, poi sono scesa in camera mia.

Riaccendo internet e ricevo un messaggio via mail:

“Non sei sola. Non sei l'unica in queste condizioni, se vuoi sapere di più contattami, Samuel”.

Forse una domanda che vi state ponendo è come mai parlo Italiano, conosco molte lingue, da quando sono bambina, molte delle quali me le ha insegnate Costel, lui è un professore liceale.



Non parlare con gli sconosciuti, non uscire di casa, non uscire di casa da sola … “.

Questa è la frase che mi sono ripetuta per un po' prima di … Rispondere.

Samuel era il mio unico contatto con il mondo ed anche la mia occasione per scoprire qualcosa di più.

“Sono Sara, possiamo vederci?”.

Ho scritto.

Subito dopo mi è arrivata la risposta.

“Ti do l'indirizzo del posto dove possiamo incontrarci: Via Alberico II n 20.”.

Mi ha risposto.

“Come ti raggiungo e come ti riconosco?”.

Ho domandato.

“Prendi un taxi, ma stai attenta a chi lo guida, porta una croce con te e mettila al collo, ti aspetto davanti ad un albero a quel civico … Porto una giacca marrone, copriti bene, fa freddo, ci vediamo lì fra tre ore, dovresti farcela”.

Lo so, non sapevo niente di questa persona, sono stata un'incosciente, ma almeno adesso so molte più cose … E le saprete anche voi.

Ho aspettato che i miei genitori si addormentassero, sono salita in salotto, ma il telecomando del bunker non c'era, l'ho cercato ovunque, Zenovia doveva averlo nascosto, fa sempre così, non si fida di me, questa volta ha fatto bene.

Ho pensato che ci dovesse essere un'altra uscita, un'uscita d'emergenza … Quindi mi sono recata nuovamente sotto e sono scesa delle cantine.

Non potete capire la puzza di fogna lì sotto, una fognatura, forse se avessi seguito il condotto mi sarei ritrovata in superficie … Così è stato.

Qualche metro dopo la mia romantica passeggiata insieme a dei topi, ho visto una scala e mi sono arrampicata, in alto c'erano delle grate che con grande fatica sono riuscita a spostare, poi, appoggiando le mani sul suolo, mi sono fatta leva e sono salita in superficie.

Vicino al tombino ho trovato un pozzo, e alle sue spalle c'è una casa abbandonata, sembra disabitata, ma non ho voluto indagare oltre.

Dovrebbe essere estate, ma fa freddo e quel posto mette i brividi, ma è il cordone ombelicale che unisce il mio bunker con il mondo.

Mi sono voltata e dalla parte opposta ho visto un cancello nero chiuso che dava su una strada …

“Di male in peggio”.

Mormoro.

Ho lanciato lo zaino dall'altra parte e mi sono arrampicata, il cancello era ricoperto di piante arrampicanti spinose, vi lascio immaginare le mie povere mani, ma alla fine sono riuscita, con un salto ad arrivare dall'altra parte.

Davanti a me una strada e poi delle case completamente distrutte, ho guardato a destra, ho guardato a sinistra, c'era il nulla.

Non avevo un telefono, i miei non mi permettono di averne uno, così ho iniziato a camminare verso destra, sperando che passasse qualcuno, ho indossato il mio mp3 ed ho iniziato ad ascoltare la musica, non mi sono accorta che qualcuno mi stesse seguendo, fin quando non mi sono sentita afferrare per la vita e scaraventare a terra.

Sopra di me c'era un … Non so come definirlo, una sorta di uomo pelato con due corna nere che gli spuntavano dalla testa, la pelle rossa e tatuata , gli occhi rossi e delle strane orecchie a punta.

Mi blocco i polsi, dovevo assolutamente reagire, così ho flesso le gambe portandole al petto, mentre la bava di quel mostro gocciolava sulla mia guancia …

Con tutta la forza che avevo in corpo ho tirato un doppio calcio al petto dell’energumeno e l'ho scaraventato a terra, mi sono rialzata, molto velocemente si è alzato anche lui.

“Non si scherza con il fuoco, piccola”.

Mi ha detto.

Non sapevo assolutamente cosa fare …

Improvvisamente la testa del mostro cade a terra … E di conseguenza anche il corpo.

Davanti a me adesso c'era un ragazzo dagli occhi azzurri con un’ascia insanguinata tra le mani.

“Tu ragazzina, da dove sbuchi?”.

Mi ha chiesto arrabbiato.

“Non lo so, cosa era quella cosa?”.

Ho chiesto indicando il corpo della bestia.

“Non sai cos'era? “.

Mi chiede lui sorpreso.

“Senti, non ho tempo da perdere, torna a casa piccola!”.

Mi dice andando avanti.

“Scusa ...Scusami ...”,

Urlò io rincorrendolo.

Lui si volta ed esclama:

“Ragazzina io non posso farti da balia, tra l'altro sei pure umana … “.

Mi risponde in maniera sgarbata.

“Voglio sapere dove posso trovare un taxi”.

Confermo io.

“Seguimi, la prima stazione è a pochi passi da qui, ma non farmi domande”.

Mi dice, io ubbidisco e lo seguo.

Finalmente arriviamo in un posto un po' più affollato, sembra una stazione di benzina e a distanza vedo un piccolo locale.

Si avvicina un taxi:

“Signorina ti serve un passaggio?”.

Mi domanda un tipo strano.

“Non ci pensare minimamente Igor”.

Gli risponde il ragazzo che mi ha appena salvato la vita.

“Ma io ho bisogno di un taxi!”.

Esclamo io.

“Di un taxi guidato da un umano, non da un vampiro che ti succhia il sangue!”.

Mi risponde lui.

“Vampiro?”.

Domando io e il taxi si allontana.

“Ecco, questo lo puoi prendere”.

Continua lui avvicinandosi ad un altro taxi, mi apre lo sportello, m’invita ad entrare, richiude lo sportello e mi saluta con la mano.

“Dove ti porto?”.

Mi domanda la donna bionda alla guida dell'auto.

“Ecco, questo è l'indirizzo”.

Le dico porgendole un foglio dove ho appuntato tutto.

“Non siamo troppo lontani, tra quindici minuti siamo lì”.

Mi risponde la donna, poi alza il volume della radio e non dice più nulla.

Arrivata a destinazione, pago la corsa ( con i soldi rubati a mio padre, perché i miei non mi danno nessuna paghetta, compro tutto online con una carta che mi ricaricano di volta in volta), scendo da taxi e mi rendo conto di essere in anticipo di un'ora, così decido di arrampicarmi sull'albero di fronte al civico 20 ed aspettare lì.

Vedo passare molte persone strane, forse ubriache … Anche qualche mostro simile a quello che ha ucciso lo strano tipo che mi ha aiutato, poi, sotto l'albero si avvicina un ragazzo con una giacca marrone …

“Deve essere lui”.

Dico e mi lancio sotto.

“Oh cazzo, da dove sbuchi?”.

Domanda lui.

“Samuele?”.

Domando.

“Si, Sara?”.

Mi domanda lui e io annuisco.

Lui mi afferra la mano e mi trascina via con se.

“Andiamo via da qui, prendo il motorino”.

Si avvicina ad uno scooter rosso e mi lancia un casco dello stesso colore.

“Avanti, ti faccio vedere Roma com’è ora, immagino che tu abbia visto le foto su internet … O sui libri … Ma il mondo com’è ora è vietato farlo vedere su internet … “.

Più vado avanti, meno ci capisco.

M’infilo il casco e salgo sul motorino.

Incredibile, Roma da quello che leggo sempre sui libri di storia è sempre stata una bellissima città, invece ora è allo stato brado … Un mucchio di sassi e polvere.

Sam mi ha fatto vedere com’è ora il mondo, non immaginavo fosse così logorato, i miei genitori mi nascondono tante cose, veramente troppe.

“Devo tornare a casa, prima che i miei si accorgano che non ci sono”.

Gli dico io, mentre ci fermiamo nella piazza che una volta chiamavano San Pietro.

“Ok, ma dobbiamo incontrarci con più calma, credo tu debba parlare con mio nonno … Lui sa tutto … Devi poi imparare a riconoscere gli umani dal resto della popolazione, le parti si sono invertite Sara, ora, noi umani o la maggior parte di noi vive sotto terra, e i demoni sono in superficie … “.

Mi risponde lui.

Io ho un miliardo di domande da fargli, ma dovevo tornare a casa, mi sono fatta riaccompagnare nella strada del pozzo.

“Sei sbucata da un tombino?”.

Mi ha chiesto.

“Sì, Sam”.

Rispondo io arrampicandomi sul cancello e scendendo dall'altra parte.

“Sara dammi il tuo numero”.

Mi ha detto.

“Non ho il telefono. Domani i miei iniziano a lavorare e sono sola tutto il giorno, la mattina faccio lezione, ma il pomeriggio verso le quattro possiamo vederci qui.”.

Ho risposto.

“Va bene”.

Mi dice lui salutandomi.



Ragazzi più vado avanti, peggio mi sento.

Cos'era quel mostro che mi ha attaccato?

Chi è in realtà Samuele?

Chi è il tipo che mi ha salvato?

Perché su internet non si trovano le informazioni sullo stato attuale del mondo?

Come faccio a distinguere un umano da un vampiro o un demone? Molti di loro hanno le nostre sembianze …

Non vedo l'ora che arrivi oggi pomeriggio per sapere di più, pare che il nonno di Samuele sappia molte cose …

Vado, altrimenti, il mio professore si altera.



Sara.









lunedì 3 giugno 2013

Una nuova città

Lunedì 3 Giugno 2013

Roma. È questa la nostra nuova destinazione e per l'ennesima volta sono chiusa dentro la Ford Fiesta rossa di Costel, mio padre adottivo e gli unici amici che ho sono questo PC e il mio gatto Pelo.
Ogni volta la stessa storia, Costel o Zenovia cambiano lavoro e di conseguenza cambiamo città, la cosa che mi fa più incazzare è che cambiano lavoro ogni due mesi e, ormai, in quasi diciotto anni di vita, penso di aver visto ogni città del mondo.
Sono stanca, molto. Mi tengono chiusa in casa, non mi fanno mai uscire, non mi mandano a scuola, fanno venire un insegnante, ogni volta.
Capisco che, per come è messo il mondo adesso, è sempre meglio rimanere a casa, mi domando però se agli altri umani, come me, è riserbato lo stesso trattamento.




Sono Sara Grigor, sto per compiere diciotto anni e, ormai da più di dieci anni faccio la pendolare per il mondo.
Sono stata adottata da Costel e Zenovia all'età di otto anni, quando l'ultimo mio parente, mio nonno Sirius, si è spento ed è passato a miglior vita, facendo compagnia al resto della mia famiglia.
Il mio passato me lo ricordo veramente poco, quasi per niente, dagli zero agli otto anni non ricordo assolutamente niente, spesso chiedo ai miei genitori spiegazioni, loro mi dicono che dallo spavento, per la morte di mio nonno, ho sbattuto la testa subendo un trauma e perdendo la memoria.
Dagli otto anni i poi ho passato la vita reclusa in casa, leggendo solo i libri che mi consigliavano i miei genitori, guardando solo determinati programmi in Tv e dedicandomi allo studio, me la cavo abbastanza bene, tanto da essere due anni avanti, infatti sto studiando da privatista per prendere la laurea in Archeologia. Zenovia è contraria, mi dice sempre che per come sono messe ora le cose è inutile studiare Archeologia… A me piace molto e un'altra materia che mi affascina molto è "storia", ma i miei mi fanno toccare solo alcuni libri. So che esiste un libro chiamato la Bibbia Profana che pare sia stata la causa della situazione attuale della terra.

 







ZENOVA HALTRIC : MIA MADRE
Non credo ci siano persone che non conoscano la storia, ma, se magari, tu che leggi, sei recluso in casa come me e non sai nulla, ora racconto come sono andate le cose. È stata l'unica cosa che Costel mi ha raccontato del passato, ma non so quanto sia veritiero il suo racconto, sono brave persone, ma non mi fido di loro, mi nascondono troppo, soprattutto del mio passato.
Nel 2012 il calendario Maya preveda la fine del mondo e gli umani erano divisi in due gruppi, gli scettici che andarono avanti comunque e i folli che nella peggior delle ipotesi saccheggiavano i negozi di alimentari per portare il cibo nei loro bunker personali, pagati miliardi di quattrini, molti di noi li prendevano in giro, ma… Oggi, invece, sono tornati utili, in alcuni casi essenziali. È in uno di quei bunker che ci stiamo dirigendo ora.
Forse i Maya non avevano tutti i torti, forse noi umani avevamo male interpretato i loro scritti, forse loro intendevano che ci sarebbe stata una fine, ma anche un nuovo inizio.
Qualche mese fa, infatti, è successo qualcosa che nessuno di noi aveva messo in conto, che, forse, è molto peggio della fine del mondo…


COSTEL GRIGOR : MIO PADRE
 
Una persona, a me sconosciuta, per volontà dei miei genitori adottivi, pare abbia trovato un antico libro, dove vi erano delle confessioni fatte dalla Chiesa sull'esistenza di Dio, di Cristo e di tutti quelli che ne vennero in seguito, non la Bibbia, ma degli scritti dove si diceva che la storia di Dio, di suo Figlio e dei Santi al seguito erano una pura invenzione della Chiesa che vi speculò sopra per un fatto politico, così iniziarono delle sommosse, che poi divennero battaglie, che poi diventarono guerra…
La Chiesa perse credibilità e insieme a essa anche il potere, ma qualcosa andò storto, anche per chi, come il mio vero padre, credeva che fosse giusto cacciare i preti e bruciarli…
Qualche mese fa dal sottosuolo sono venute alla luce strane creature, angeli neri, vampiri, mostri, demoni, fantasmi, zombie… Tutte creature che spesso venivano descritte nei libri fantasy, ma di cui nessuno credeva l'esistenza, ora popolavano la terra. L'avevano invasa, l'avevano presa e ora costringono noi umani a stare nel sottosuolo. Le parti si sono invertite… Io vedo la luce del giorno solo quando viaggio per cambiare città, il resto del tempo lo passo dentro un bunker sotto terra. È molto pericoloso viaggiare alla luce del sole, se sei umano ci sono le creature provenienti dall'inferno che ti danno la caccia per ucciderti, se sei uno di loro ci sono delle persone che ti cercano per ucciderti, se sei un prete rischi di andare al rogo…
Per il momento non so altro, mio padre dice che devo rispettare tre semplice regole se voglio sopravvivere a questo inferno:

A) Non uscire di casa mai da sola.
B) Non uscire mai di casa quando è notte
C) Se mi dovessi ritrovare sola di fidarmi solo del mio istinto e di non parlare con nessuno.

Ma io mi sono stufata… Mi sento terribilmente sola…

Poi, voglio sapere di più sul mio passato, possibile che la terra non possa più tornare come era prima? E Dio? Dio dove è ora? Forse quel tipo che ha creato tutto questo casino non aveva poi così torto …

Sara.